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Giovedì 31 marzo il Liceo Belfiore ha ospitato il fotografo reporter di guerra e giornalista Mario Boccia. Nell’incontro con un gruppo di studenti e docenti dell'istituto, l’autore ha parlato del suo libro "La fioraia di Sarajevo" e della sua esperienza durante l'assedio della città nel 1992, rendendosi disponibile alle domande dei partecipanti.
L’incontro è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto mantovano di Storia Contemporanea; la prof.ssa Giorgia Giusti, referente dell’Istituto, ha introdotto l’intervento di Mario Boccia, fornendo ai presenti un inquadramento storico dell’assedio di Sarajevo.
Mario Boccia è l’autore, insieme al collega Luigi Ottani, della mostra “Mirare Sarajevo, 1992-2022” inaugurata alla Casa del Mantegna di via Acerbi il 5 aprile 2022.
Durante l’incontro ha guidato gli studenti in una riflessione sulla multiculturalità. “L’identità della Bosnia necessariamente contiene in sé la molteplicità. L’identità comune non deve assorbire le differenze e le differenze non devono distruggere l’identità comune. Riconoscere l’altro non significa assimilarlo o farlo uguale a noi, ma permettergli di essere diverso nella forma sociale, culturale e religiosa” (padre Stjepan Duvnjak, custode del convento francescano di Kraljeva Suiteska).
Avvalendosi di alcune delle fotografie esposte nella mostra, ha ricostruito alcuni momenti dell'assedio di Sarajevo, ricordando tra gli altri l'incendio della Biblioteca Nazionale a seguito del quale bruciarono più di un milione e mezzo di libri raccolti in più di seicento anni di convivenza tra le diverse culture locali.
Ha descritto il massacro di Srebrenica a seguito del quale morirono più di ottomila musulmani bosniaci in quella che dal 1993 era stata dichiarata "zona protetta" per i civili delle Nazioni Unite.
Allora, come oggi, ha fatto conoscere agli studenti le atrocità della guerra e le conseguenze dirette sulla vita delle persone ed in particolare dei bambini.
La guerra che verrà
non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente
egualmente.
"La guerra che verrà", di Bertolt Brecht, scritta tra le due guerre mondiali, nell'esilio di Svendborg